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Concorso Booktrailer, svelati in vincitori! La premiazione in Biblioteca questo giovedì
Sono stati svelati i vincitori del concorso Booktrailer di Scrittori&giovani:
1° Una mutevole verità (di Gianrico Carofiglio, pubblicato da Einaudi Editore), realizzato dalla classe 5° B AFM dell’ITE O.F. Mossotti
2° Siate ribelli, praticate gentilezza (di Saverio Tommasi, pubblicato da Sperling & Kupfer), realizzato dalla classe 4° MDB dell’ Istituto Nervi – sede associata IPSIA Bellini
3° Venere privata (di Giorgio Scerbanenco, pubblicato da Garzanti Libri), realizzato dai ragazzi della 2° C dell’ITE O.F. Mossotti
La premiazione avverrà alle 17,30 del prossimo 3 maggio presso la Biblioteca Civica Carlo Negroni (https://www.facebook.com/events/1122203381252597/). Il montepremi complessivo è di 600 euro, con 250 euro previsti per il primo classificato, 150 euro per il secondo e 100 euro per il terzo, più 100 ulteriori euro destinati al video che ha ottenuto più like sulla nostra pagina Facebook (https://www.facebook.com/festivalScrittoriegiovani/).
Concorso Booktrailer, la scadenza è vicina! Premi in palio per i vincitori
Manca davvero poco alla scadenza fissata al 15 aprile 2018 per partecipare al concorso Booktrailer di Scrittori&giovani, in riferimento all’edizione 2017 della manifestazione, in cui gli studenti novaresi saranno chiamati a tradurre le parole in immagini. Come recita la pagina dedicatagli, dove è possibile reperire tutte le informazioni che si desiderano, sono previsti anche importanti premi per i primi tre classificati. Augurandoci che in molti altri possano partecipare, ringraziamo chi già lo ha fatto.
Grazie a tutti e appuntamento al prossimo anno!
Si è conclusa la nona edizione di Scrittori&giovani con tema “la ricerca”. L’immagine che segue tenta di racchiuderne lo spirito a partire da alcuni autori che vi hanno partecipato. Appuntamento al prossimo anno!
Bookcrossing: lo scambio di libri a conclusione del festival novarese Scrittori&giovani
Sabato 25 novembre, ore 14-17, Angolo delle Ore, Novara.
Libri liberi: Bookcrossing con libero scambio di libri a cura degli studenti delle scuole superiori cittadine e dei giovani volontari della Biblioteca Civica Negroni con raccolta offerte a favore dell’Archivio letterario Graziosi. Con reading e musica dal vivo del B&G Duo con Andrea Albini e Manuel Boschetti.
Il bookcrossing pensato per chiudere il festival è un’attività in cui giovani e cittadinanza possono prendere, scambiare e regalare libri che andranno ad altre persone e rivivranno così una nuova vita con nuovi lettori. L’iniziativa è promossa per invogliare le persone ad avvicinarsi al gusto della lettura. I libri del bookcrossing restano disponibili per tutti ogni martedì e giovedì pomeriggio e sabato mattina nella Sezione Novarese della Biblioteca al primo piano di palazzo Vochieri in corso Cavallotti 6 a Novara.
«Se un libro non vi è piaciuto, liberatelo. Se vi è piaciuto, liberatelo per farlo leggere a qualcun altro» (Daniel Pennac)
Omaggio a Enrico Emanuelli con un numero dedicato di “Microprovincia”
Sabato 25 novembre, ore 12, Biblioteca del Centro Novarese di Studi Letterari presso Biblioteca Civica Negroni, corso Cavallotti 6, Novara.
Presentazione del numero di “Microprovincia” dedicato allo scrittore e giornalista novarese morto cinquant’anni fa, autore di Uno di New York, con il direttore Franco Esposito.
Uno di New York (Intelinea): A cinquant’anni dalla scomparsa di Enrico Emanuelli, giornalista e scrittore che fondò la pagina letteraria del “Corriere della Sera”, torna il suo romanzo più bello. è un amaro esame di coscienza di un pittore che ha alle spalle una carriera internazionale e torna per caso nella città natale, riconoscibile in Novara, ma non ritrova più gli ideali giovanili. Nel romanzo è ancora viva la sensibilità morale verso una cultura e una società che sempre più diventano globali tradendo i propri valori.
Federica Manzon e la ricerca della speranza
Venerdì 24 novembre, ore 12, Liceo Linguistico e delle Scienze Umane Galileo Galilei, via Gentile 33, Gozzano.
Incontro con i giovani a partire da La nostalgia degli altri (Feltrinelli).
Federica Manzon, nata a Pordenone nel 1981, è attualmente editor della narrativa straniera presso Mondadori e collaboratrice con il quotidiano “Il Piccolo”. Laureata in Filosofia contemporanea, ha esordito nel 2008 nella raccolta Tu sei lei e con il romanzo Come si dice addio. Nel 2011 Di fama e di sventura ha vinto il premio Rapallo Carige ed è entrato nella cinquina finalista del premio Campiello.
La nostalgia degli altri (Feltrinelli): Lizzie è volubile, egoista e piena di fascino, una dittatrice nata, circondata da una fama temeraria fin dall’adolescenza. Adrian è timido, maldestro, incapace di fare una mossa audace, eppure animato da desideri pericolosi.
I due si incontrano all’Acquario: una grande industria dell’intrattenimento, un luogo dove si trasformano sentimenti e sogni in mondi digitali.
Non si frequentano, ma ogni notte si scrivono. Un guaio per due persone convinte che a raccontare bene una storia la si possa rendere reale. E quanto più i corpi si sottraggono e il contatto virtuale dilaga, tanto più cresce il loro innamoramento. Ma chi è davvero Adrian? Un amante dedito o un tiranno crudele? Una persona in carne e ossa o un fake da social network? E soprattutto, cosa sa Lizzie di lui? Perché non si spaventa quando inizia ad accorgersi che tutto ciò che Adrian ha raccontato di sé manca di coerenza?
Sullo sfondo, una Milano vivida nei suoi tic, le terrazze, gli arrampicatori, l’alcol e le droghe, le notti, e per contro una Trieste selvaggia e poetica da cui si può solo andare via. Milano è ambizione, Trieste è sentimento. Adrian e Lizzie diventano, pagina dopo pagina, personaggi da cui non vorremmo separarci mai. Immersi fino all’osso e malgrado se stessi nella storia del loro amore, nello struggimento per tutto quello che non potrà mai essere, nella nostalgia per un tempo magnifico che è da subito perduto e per sempre rimpianto.
Federica Manzon costruisce un racconto limpido e coinvolgente sull’identità e la necessità di nasconderla, sul nostro presente dove la verità sta sempre dietro uno schermo e l’autenticità appare una questione fuori moda, ma anche sulle nostre infanzie e i giochi dimenticati, sulle regole dell’attrazione. Un romanzo che sente con rarissima precisione la contemporaneità, ma che è prima di tutto una storia sulla fatica di capirsi quando ci si ama, o quando l’amore è solo una storia ben raccontata.
«Nessuno è più irrimediabilmente perduto di due bravi ragazzi che si sono rovinati a vicenda»
Helena Janeczek e la ricerca della gloria
Venerdì 24 novembre, ore 11, Istituto Tecnico Economico Mossotti, via Curtatone 5, Novara.
Incontro con i giovani a partire da La ragazza con la Leica (Guanda).
Helena Janeczek, nata a Monaco di Baviera nel 1964, è scrittrice e giornalista tedesca, e collabora con “Nazione Indiana” e “Nuovi Argomenti”. Bloody Cow esce nel 2012 ed è la storia di Clare Tomkins, la prima vittima della malattia di Creutzfeldt-Jakob, comunemente nota come “mucca pazza”. Le rondini di Montecassino (2010) racconta la presenza di polacchi, pachistani e altre nazionalità a una delle battaglie più cruente della seconda guerra mondiale.
La ragazza con la leica (Guanda): Il 1° agosto 1937 una sfilata piena di bandiere rosse attraversa Parigi. È il corteo funebre per Gerda Taro, la prima fotografa caduta su un campo di battaglia. Proprio quel giorno avrebbe compiuto ventisette anni. Robert Capa, in prima fila, è distrutto: erano stati felici insieme, lui le aveva insegnato a usare la Leica e poi erano partiti tutti e due per la Guerra di Spagna.
Nella folla seguono altri che sono legati a Gerda da molto prima che diventasse la ragazza di Capa: Ruth Cerf, l’amica di Lipsia, con cui ha vissuto i tempi più duri a Parigi dopo la fuga dalla Germania; Willy Chardack, che si è accontentato del ruolo di cavalier servente da quando l’irresistibile ragazza gli ha preferito Georg Kuritzkes, impegnato a combattere nelle Brigate Internazionali. Per tutti Gerda rimarrà una presenza più forte e viva della celebrata eroina antifascista: Gerda li ha spesso delusi e feriti, ma la sua gioia di vivere, la sua sete di libertà sono scintille capaci di riaccendersi anche a distanza di decenni. Basta una telefonata intercontinentale tra Willy e Georg, che si sentono per tutt’altro motivo, a dare l’avvio a un romanzo caleidoscopico, costruito sulle fonti originali, del quale Gerda è il cuore pulsante.
È il suo battito a tenere insieme un flusso che allaccia epoche e luoghi lontani, restituendo vita alle istantanee di questi ragazzi degli anni Trenta alle prese con la crisi economica, l’ascesa del nazismo, l’ostilità verso i rifugiati che in Francia colpiva soprattutto chi era ebreo e di sinistra, come loro. Ma per chi l’ha amata, quella giovinezza resta il tempo in cui, finché Gerda è vissuta, tutto sembrava ancora possibile.
«Aveva dedicato la sua splendida vita a un degno compito, a una giusta causa persa»
Jessica Alexander e la ricerca dell’educazione
Venerdì 24 novembre, ore 12, Istituto Superiore Lagrangia, corso Italia 48, Vercelli.
Incontro con i giovani a partire da Il metodo danese per crescere bambini felici ed essere genitori
sereni (Newton Compton).
Alle ore 18, Convitto Carlo Alberto, baluardo Partigiani 6, Novara.
Incontro con il pubblico, dialogando con la giornalista Elena Ferrara.
Jessica Joelle Alexander è un’autrice e giornalista americana. Laureata in psicologia, è da sempre appassionata di studi sulle differenze culturali. Collabora con “Huffington Post”, “The Copenhagen Post” e “Local Denmark”. Sposata con un danese da oltre quindici anni, parla quattro lingue e vive in Europa con la sua famiglia. Con Il metodo danese per crescere bambini felici ed essere genitori sereni, pubblicato in oltre 20 paesi, l’autrice, dopo tredici anni di ricerca e collaborazione con Iben Sandahl, psicologa, ritiene di aver scoperto il vero segreto della felicità della Danimarca, svelato in questo essenziale manuale.
Il metodo danese per crescere bambini felici ed essere genitori sereni (Newton Compton): Da oltre 40 anni la Danimarca domina il World Happiness Report, la classifica dei Paesi più felici stilata ogni anno dalle Nazioni Unite, tanto da diventare oggetto di studi sociologici. Dopo tredici anni di ricerca e collaborazione, Iben Sandahl, psicologa, e Jessica Joelle Alexander, giornalista americana sposata con un danese, ritengono di aver scoperto il vero segreto della felicità del piccolo Paese del nord e lo svelano in questo manuale rivoluzionario. Sembra che alla base dell’appagamento ci sia il modo in cui genitori e figli si relazionano tra di loro, l’empatia e la capacità degli adulti di offrire strumenti e istruzioni senza porre ultimatum ai piccoli. Sandahl e Alexander sono riuscite nell’intento di scrivere una guida pratica, da poter seguire passo passo per analizzare i propri comportamenti, evitare errori e orientare i propri metodi educativi nella giusta direzione.
«Nella ricerca di un’educazione ideale la cosa più importante è star bene con se stessi»
Paolo di Paolo e la ricerca di un senso
Venerdì 24 novembre, ore 10, Liceo Scientifico Fermi, via Montenero 15/a, Arona.
Venerdì 24 novembre, ore 12, Liceo Scientifico Galileo Galilei, via Aldo Moro 13, Borgomanero.
Incontro con i giovani a partire da Mandami tanta vita (Feltrinelli).
Venerdì 24 novembre, ore 17, Libreria Mondadori, via Cavour 4, Vercelli.
Appuntamento con il pubblico a partire da Vite che sono la tua (Laterza).
Paolo di Paolo, nato a Roma nel 1983, collabora con “La Stampa”, “il Venerdì di Repubblica” e “L’Espresso”. Laureato in Lettere, ha esordito nel 2004 con i racconti Nuovi cieli, nuove carte ed è stato tra i finalisti del premio Campiello Giovani. Ha curato libri-intervista come Ho sognato una stazione. Gli affetti, i valori, le passioni con Dacia Maraini (2005) e in Ogni viaggio è un romanzo (2007) ha raccolto 19 conversazioni con scrittori italiani. Suo anche un adattamento della Divina Commedia per ragazzi (2015).
Mandami tanta vita (Feltrinelli): Moraldo, arrivato a Torino per una sessione d’esami, scopre di avere scambiato la sua valigia con quella di uno sconosciuto. Mentre fatica sui testi di filosofia e disegna caricature, coltiva la sua ammirazione per un coetaneo di nome Piero. Alto, magro, occhiali da miope, a soli ventiquattro anni Piero ha già fondato riviste, una casa editrice, e combatte con lucidità la deriva autoritaria del Paese. Sono i giorni di carnevale del 1926. Moraldo spia Piero, vorrebbe incontrarlo, imitarlo, farselo amico, ma ogni tentativo fallisce. Nel frattempo ritrova la valigia smarrita, ed è conquistato da Carlotta, una fotografa di strada disinvolta e imprendibile in partenza per Parigi. Anche Piero è partito per Parigi, lasciando a Torino il grande amore, Ada, e il loro bambino nato da un mese. Nel gelo della città straniera, mosso da una febbrile ansia di progetti, di libertà, di rivoluzione, Piero si ammala. E Moraldo? Anche lui, inseguendo Carlotta, sta per raggiungere Parigi. L’amore, le aspirazioni, la tensione verso il futuro: tutto si leva in volo come le mongolfiere sopra la Senna. Che risposte deve aspettarsi? Sono Carlotta e Piero, le sue risposte? O tutto è solo un’illusione della giovinezza? Paolo Di Paolo, evocando un protagonista del nostro Novecento, scrive un romanzo appassionato e commosso sull’incanto, la fatica, il rischio di essere giovani.
Vite che sono la tua (Laterza): «Tom era come me. Io ero Tom. E per la prima volta mi sembrava di esistere anche fuori di me, da qualche altra parte. Mi pareva che Twain sapesse qualcosa degli interminabili pomeriggi di vacanza, delle battaglie per gioco fra cugini, di certi assalti, di certi azzardi. Il bello era questo: ritrovare in una storia altrui la mia».
A volte, da un romanzo, riporti anche solo una frase. Un’intuizione. Una cosa che ignoravi. A volte, anche solo una visione o un gesto. Altre volte, una storia che somiglia alla tua. Da Tom Sawyer al giovane Holden, da Jane Eyre a Raskòl’nikov e ai personaggi di Roth, la magia dei grandi libri, guide strane, insolite, spiazzanti. Leggendo possiamo vivere il non ancora vissuto e il mai vivibile, dichiararci a qualcuno con un coraggio mai avuto, percepire un dolore che somiglia al nostro o solo sapere che esiste. Perché la letteratura ci racconta. La sorpresa del crescere, le sfide, la scoperta del desiderio, l’amore, le ambizioni, le illusioni – magari perdute; la voglia di andare lontano o di tornare a casa; la paura di invecchiare e tutte le paure, ma anche tutte le speranze.
«Esiste qualcosa che davvero possa lasciare traccia, in questa eterna confusione del mondo?»