Edizione 2020
Che cosa passa nella nostra mente quando vediamo un’immagine? RICCARDO FALCINELLI affascina i giovani dell’Artistico
«Contaminazioni» anche dal punto visivo al liceo artistico Casorati di Novara, diretto da Salvatore Palvetti, che ha ospitato in videoconferenza Riccardo Falcinelli, autore di Figure. Come funzionano le immagini dal Rinascimento a Instagram (Einaudi Stile libero).
Partendo da una citazione di Falcinelli nel suo precedente libro Critica portatile al visual design – «le storie dei caratteri ci raccontano che la purezza e quasi sempre ideologica, il meticciato è la norma» – Roberto Cicala ha introdotto l’incontro segnalando come la “&” gialla del logo del festival Scrittori&giovani è importante proprio perché unisce gli “scrittori” da un lato e i “giovani” dall’altro, in un «meticciato» quasi, una contaminazione culturale, il tema di quest’anno, che vuole ribaltare in positivo la contaminazione negativa dell’emergenza sanitaria attuale: «ciò che coinvolge, nell’ultimo libro di Falcinelli, è che si parla di grafica, arte, design, ma si riflette alla fine sulla consapevolezza di quanto vediamo e di quanto facciamo; e, ancora di più, sulla responsabilità che tutti abbiamo nel fare le cose, bene, in funzione di un progetto condiviso. In questo senso il tema “contaminazioni” ci aiuta a ragionare su una necessaria condivisione di intercultura, di codici, di esperienze. Quindi: da un lato la tecnica e, dall’altro lato, ma non distaccata, l’umanità».
«Il design, ancor prima che oggetti, produce discorsi», ha detto Riccardo Falcinelli, uno dei più apprezzati graphic designer italiani, che insegna Psicologia della percezione alla Facoltà di ISIA di Roma.
Una delle domande dei ragazzi è stata: «come si fa a diventare come lei, grafico, autore, docente?» Falcinelli ha risposto in modo molto personale: «Io alle superiori non andavo bene a scuola: anzi, ho rischiato di essere rimandato più volte, con il 4 in latino. Mi piaceva solo disegnare… però poi mi sono messo a studiare di più perché ammiravo alcuni miei insegnanti e non volevo deluderli. E una di queste era l’insegnante di lettere. Un consiglio, su cui non tutti i docenti saranno d’accordo: quando si studia si devono scegliere le proprie battaglie! Che possono essere per la vita».
A proposito di studio: «quando studiavo all’università la storia dell’arte chi aveva fatto il liceo classico sapeva certe cose ma non altre, e viceversa da chi veniva da studi pratici e artistici. Il segreto è mettere insieme le diverse competenze, rompendo i confini disciplinari». Per esempio? «Come si fa a parlare di immagini occupandosi solo di pittura, senza discutere di cinema e pubblicità. Serve parlare di Michelangelo e McDonald. Naturalmente riuscendo a capire che sono cose diverse e hanno pesi culturali diversi. In futuro, chissà, resteranno non soltanto i quadri ma anche le pubblicità. Chissà, forse si studierà anche la pubblicità nell’arte…»
Una studentessa ha chiesto se la cultura non rischia di essere classista? Falcinelli ha risposto che «sta all’impegno di tuti noi che le cose cambino. Ma siamo molto arretrati. Per esempio quando vado alle mostre trovo un pubblico femminile e maturo: E i giovani, intendendoli al maschile? Come si fa? Occorre trovare stimoli ma anche uno sforzo comunicativo. E vale anche per la lettura. Ma sta a tutti noi: per esempio coinvolgendo amici quando si va a un evento culturale o entusiasmandoli su libri letti invogliandoli a leggerli».
Ancora: «per noi oggi guardare un’immagine è scorrimento su uno smartphone: scorrimento scorrimento finché non ne troviamo che una che ci piace. Ma dobbiamo educarci al confronto, tra stili ed epoche: Non serve diventare storici dell’arte ma semplicemente capire come funzionano i meccanismi delle immagini». Per diventare migliori cittadini di oggi e di domani. Anche a questo punta il festival Scrittori&giovani. E perciò le letture nelle scuole continuano.