gli innocenti
Paola Calvetti e la ricerca della musica
Martedì 21 novembre, ore 10, Liceo delle Scienze Umane Bellini, baluardo La Marmora 10, Novara.
Incontro con i giovani a partire da Gli innocenti (Mondadori).
Paola Calvetti è nata a Milano dove tutt’ora risiede. Si è laureata al Dams di Bologna e ha da subito iniziato a collaborare al quotidiano “Repubblica” con articoli sullo spettacolo. Ha diretto, tra gli altri, l’ufficio stampa del Teatro alla Scala e l’ufficio comunicazione e marketing dell’Opera di Firenze – Maggio Musicale Fiorentino. Il suo romanzo d’esordio L’amore segreto (Baldini&Castoldi) è stato finalista al premio Bancarella. I suoi romanzi sono tradotti in Francia, Germania, Spagna, Albania, Giappone, Olanda e Stati Uniti.
Gli innocenti (Mondadori): Jacopo e Dasha sono in scena per il Doppio concerto per violino e violoncello di Brahms che, pagina dopo pagina, è l’occasione per rivivere i passi della loro storia d’amore. Dopo una lunga assenza, Jacopo torna a Firenze, all’Istituto degli Innocenti, il luogo eletto che lo ha accolto quando venne abbandonato da una madre rimasta nell’ombra, la cui identità è diventata negli anni la sua claustrofobica ossessione. «Come posso scoprire la mia storia se non so da dove vengo?» si chiede. Adottato da una famiglia troppo fragile e gravato di aspettative insostenibili, Jacopo è stato privato della spensieratezza dell’infanzia. A salvarlo è stato un piccolo violino, l’ancora alla quale assicurare i desideri e i sogni. Perché, se la felicità è un talento, Jacopo riesce ad avvicinarla solo stringendo fra le braccia lo strumento. Ma non sempre l’amore salva. Non se nell’amore pulsano, insistenti, vecchie ferite. Dasha, nata in un piccolo paese in Albania, è cresciuta circondata da un amore che Jacopo non conosce. Grazie a un padre devoto e illuminato, ha potuto frequentare il Conservatorio di Tirana, dove ha incontrato il violoncello, destinato a diventare il suo unico amico. Fuggita dal porto di Durazzo, dopo la rovinosa caduta del regime, è sbarcata a Brindisi il 7 marzo del 1991, insieme a migliaia di profughi. Anche le sue radici sono state recise, ma la musica ha compiuto il miracolo di preservare dal dolore il suo animo delicato e forte. Eppure nemmeno Dasha, che ora suona di nuovo accanto a lui, è riuscita a distogliere Jacopo dalla ricerca di un passato che ha il potere di avvelenare il presente, rendendo orfani i due amanti di un futuro possibile. Dove ad aspettarli, forse, c’è un bambino. Nel corso dell’esecuzione del Doppio di Brahms accadrà qualcosa di totalmente imprevisto. La musica si fa eco dell’amore e di una sconvolgente rivelazione, cui non può seguire altro se non un silenzio colmo di incanto, lo stesso che resta nel cuore del lettore.
«Forse non si arriva a capire la natura della musica finché non si conosce la natura dell’amore, se mai ne esiste una»