scrittori&giovani 2017

Francesco Sole e la ricerca dell’autenticità

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Sabato 18 novembre, ore 17, Circolo dei lettori, Broletto, via Rosselli 20, Novara.
Reading musicale.

Francesco Sole, all’anagrafe Gabriele Dotti, è nato a Modena nel 1992. Dopo il liceo classico e la facoltà di Economia arriva al successo improvvisamente grazie ai video caricati su YouTube con temi quali i primi amori e il rapporto con i social network. La portata raggiunta è tale da farlo debuttare sul piccolo schermo al fianco di Belén Rodríguez nel format di Maria De Filippi Tú sí que vales. Come interprete è apparso nel film di Fausto Brizzi Forever Young, mentre ha pubblicato i libri Stati d’animo su fogli di carta, Mollato cronico e Ti voglio bene. #poesie, editi da Mondadori.

 

 

Ti voglio bene #poesie (Mondadori): Le #poesie che hanno generato milioni di visualizzazioni sul web diventano un libro: «Da quando ho iniziato a scrivere poesie ho trovato il coraggio di esprimere ciò che provo, senza vergognarmi di condividere gli aspetti e le sensazioni più forti della mia vita. Proprio attraverso la condivisione ho imparato che siamo tutti contenitori di emozioni. Ciò mi ha permesso di togliere quella maschera che troppo spesso la società ti obbliga a indossare. Abbiamo bisogno di amore, chiarezza, sincerità, felicità e gentilezza. Ed è per questo che vi invito a fare lo stesso. Attraverso queste pagine le mie parole diventano vostre: potete aggiungere versi, decorarle, farne tesoro e poi condividerle con le persone a voi più care attraverso i social network usando #tivogliobene. Vi basterà un click sull’hashtag per riconoscervi negli occhi di qualcun altro».

«Proprio attraverso la condivisione ho imparato che siamo tutti contenitori di emozioni»

Matteo Strukul e la ricerca della gloria

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Venerdì 17 novembre, ore 11, Aula Magna Istituto Tecnico Industriale Leonardo Da Vinci, via Aldo Moro 13, Borgomanero.
Incontro con i giovani a partire da I Medici. Decadenza di una famiglia (Newton Compton).

Venerdì 17 novembre, ore 18, Circolo dei lettori, via Rosselli 20, Novara.
Incontro con Matteo Strukul, a colloquio con Eleonora Groppetti.

Matteo Strukul vive tra Padova, dov’è nato, Berlino e la Transilvania. Dottore di ricerca in Diritto europeo dei contratti, appassionato di musica rock, birra e hockey su ghiaccio, ha pubblicato romanzi, biografie musicali e albi a fumetti, oltre ad avere effettuato traduzioni. Ha fondato con Matteo Righetto il movimento letterario Sugarpulp e il 2017 è l’anno della sua consacrazione con il premio Bancarella per il primo romanzo su I Medici.

 

 

 

 

I Medici. Decadenza di una famiglia (Newton Compton): La Parigi del diciassettesimo secolo è l’essenza del vizio e della violenza. Maria de’ Medici, da poco sposa di Enrico IV di Borbone, si trova ben presto a fare i conti con le mire rapaci di Henriette d’Entragues. Con un documento scritto, Enrico stesso ha promesso alla propria favorita di prenderla in moglie, e ora quel foglio è l’arma con la quale ricattarlo. Ma non è l’unica minaccia: un’altra arriva da un gruppo di nobili che cospirano per rovesciare il trono. Avvertendo che le sorti proprie e del re sono sempre più critiche, Maria decide allora di affidarsi a Mathieu Laforge, spia e sicario abilissimo, capace di sventare più di una congiura. Ma la regina non sa ancora che il suo destino sarà segnato dalla lotta costante contro coloro che vogliono la fine del suo regno. Quando Enrico IV di Borbone muore, vittima dell’ennesimo complotto, all’orizzonte si profila, inarrestabile, l’ascesa di un astro di prima grandezza della politica francese: il cardinale di Richelieu. Sarà proprio lui, dopo la morte del re, ad acquisire un potere sempre maggiore, tradendo colei che più di chiunque altro ne aveva favorito la fortuna: Maria de’ Medici.

«Le domande non costavano fatica. Le risposte invece erano tutt’altra storia»

Alessandro Barbero e la ricerca della memoria

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17 novembre, ore 10,30, Castello di Novara, piazza Martiri della Libertà, Novara.
Lezione magistrale di Alessandro Barbero sul tema Raccontare e spiegare le guerre in occasione dell’uscita del libro Caporetto (Laterza).

Alessandro Barbero, nato a Torino nel 1959, è uno storico, scrittore e professore universitario all’Università del Piemonte Orientale, specializzato in storia militare e storia del Medioevo. Nel 1996 ha vinto il premio Strega con Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle, gentiluomo (Mondadori). Collabora con la Rai per vari programmi tra cui SuperQuark, Il tempo e la storia, a.C.d.C. ed è membro del comitato di redazione della rivista “Storica” e collabora con alcuni quotidiani nazionali tra cui “La Stampa” e “Il Sole 24 Ore”.

 

Caporetto (Laterza): Alle due del mattino del 24 ottobre 1917, i cannoni austro-tedeschi cominciarono a colpire le linee italiane. All’alba le Sturmtruppen, protette dalla nebbia, andarono all’assalto. In poche ore, le difese vennero travolte e la sconfitta si trasformò in tragedia nazionale. Oggi sappiamo che quel giorno i nostri soldati hanno combattuto, eccome, finché hanno potuto. Ma perché l’esercito italiano si è rivelato così fragile, fino al punto di crollare?
Da cent’anni la disfatta di Caporetto suscita le stesse domande: fu colpa di Cadorna, di Capello, di Badoglio? I soldati italiani si batterono bene o fuggirono vigliaccamente? Ma il vero problema è un altro: perché dopo due anni e mezzo di guerra l’esercito italiano si rivelò all’improvviso così fragile? L’Italia era ancora in parte un paese arretrato e contadino e i limiti dell’esercito erano quelli della nazione. La distanza sociale tra i soldati e gli ufficiali era enorme: si preferiva affidare il comando dei reparti a ragazzi borghesi di diciannove anni, piuttosto che promuovere i sergenti – contadini o operai – che avevano imparato il mestiere sul campo. Era un esercito in cui nessuno voleva prendersi delle responsabilità, e in cui si aveva paura dell’iniziativa individuale, tanto che la notte del 24 ottobre 1917, con i telefoni interrotti dal bombardamento nemico, molti comandanti di artiglieria non osarono aprire il fuoco senza ordini. Un paese retto da una classe dirigente di parolai aveva prodotto generali capaci di emanare circolari in cui esortavano i soldati a battersi fino alla morte, credendo di aver risolto così tutti i problemi. In questo libro Alessandro Barbero ci offre una nuova ricostruzione della battaglia e il racconto appassionante di un fatto storico che ancora ci interroga sul nostro essere una nazione.

«L’illusione che al di là del fiume ci fosse la salvezza»

Simonetta Agnello Hornby e la ricerca della giustizia

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16 novembre, ore 21,30, Arengo del Broletto, via Rosselli 20, Novara.
Incontro con il pubblico a partire da Nessuno può volare (Feltrinelli) a colloquio con Barbara Cottavoz, interviene George Hornby.

Simonetta Agnello Hornby, palermitana, vive dal 1972 a Londra. Ha esercitato la professione di avvocato specializzato in diritto di famiglia e minori. L’esigenza di difendere i più deboli si è estesa al campo dell’insegnamento quando è stata docente all’Università di Leicester e presidente dello Special Educational Needs and Disability Tribunal. Il suo romanzo d’esordio è La Mennulara, best seller tradotto in 19 lingue. Ha girato un docufilm per laeffe, Nessuno può volare, che è anche il titolo del nuovo libro.

 

 

Nessuno può volare (Feltrinelli): Quando si nasce in una famiglia come quella di Simonetta Agnello Hornby, si cresce con la consapevolezza che si è tutti normali, ma diversi, ognuno con le proprie caratteristiche, talvolta un po’ “strane”. E allora con naturalezza «di un cieco si diceva “non vede bene”, del claudicante “fa fatica a camminare”, dell’obeso “è pesante”, dell’invalido “gli manca una gamba”, dello sciocco “a volte non capisce”, del sordo “con lui bisogna parlare ad alta voce”», senza mai pensare che si trattasse di difetti o menomazioni. Attraverso una serie di ritratti sapidi e affettuosi, facciamo così la conoscenza di Ninì, sordomuta, della bambinaia Giuliana, zoppa, del padre con una gamba malata, e della pizzuta zia Rosina, cleptomane – quando l’argenteria scompare dalla tavola, i parenti le si avvicinano di soppiatto per sfilarle le posate dalle tasche, piano piano, senza che se ne accorga, perché non si deve imbarazzare… E poi naturalmente conosciamo George, il figlio maggiore di Simonetta. Non è facile accettare la malattia di un figlio, eppure è possibile, e la chiave di volta risiede proprio in quel “nessuno può volare”: «Come noi non possiamo volare, così George non avrebbe più potuto camminare: questo non gli avrebbe impedito di godersi la vita in altri modi. Nella vita c’è di più del volare, e forse anche del camminare. Lo avremmo trovato, quel di più». Lo stesso proposito quotidiano ci arriva anche da George – che da quindici anni convive con la sclerosi multipla –, la cui voce si alterna a quella della madre come un controcanto ironico ma deciso nel raccontare i tanti ostacoli, e forse qualche vantaggio, di chi si muove in carrozzella. Simonetta Agnello Hornby ci porta con sé in un viaggio dalla Sicilia ai parchi di Londra, attraverso le bellezze artistiche dell’Italia. Un viaggio che è anche – soprattutto – un volo al di sopra di pregiudizi e luoghi comuni, per consegnarci, insieme a molte storie toccanti, uno sguardo nuovo. Più libero.

«La contentezza bisogna cercarla, costruirla pietra su pietra, con quelle pietre che si trovano, come se fosse una casa»

Clara Sánchez e la ricerca di una svolta nella vita: anteprima con una delle scrittrici più amate al mondo

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15 novembre, ore 21, Salone d’onore della Prefettura, Palazzo Natta, piazza Matteotti 1, Novara.
Apertura con Clara Sánchez, autrice di La forza imprevedibile delle parole (Garzanti) a colloquio con Annarita Briganti di “Repubblica”.

Una delle scrittrici più amate al mondo

Aspettando Scrittori&giovani 2017 (15-25 novembre)

Clara Sánchez è una delle scrittrici più famose nel mondo. Nata a Guadalajara nel 1955, vive a Madrid dopo la laurea in filologia. Nel 2010 ha vinto il premio Nadal, il più antico e prestigioso in Spagna, con il romanzo Lo que esconde tu nombre, tradotto in italiano con il titolo Il profumo delle foglie di limone. Dopo il successo internazionale di Stupore di una notte di luce (2016), torna con un nuovo romanzo che ha per protagonista una donna alla ricerca di una svolta nella propria vita, intrappolata in una rete di falsità e segreti.

 

 

La forza imprevedibile delle parole (Garzanti): All’improvviso il silenzio della casa sembra avvolgere ogni cosa. Natalia ha appena accompagnato le figlie all’aeroporto e non le resta che aspettare il ritorno del marito dal lavoro. Non è questa la vita che aveva immaginato. Non era così che si vedeva dopo i quarant’anni. Per questo quando le arriva l’invito a un aperitivo nell’elegante casa di un’amica decide di accettare. Ma quello che doveva essere un tranquillo pomeriggio di chiacchiere diventa qualcosa di più. Perché quella sera Natalia incontra l’affascinante Raúl Montenegro. L’ombroso avventuriero la conquista con i suoi racconti e, accanto a lui, Natalia ritrova una voglia di vivere che credeva perduta. Perché a volte le parole hanno un potere inaspettato e la loro forza può essere imprevedibile. Dal giorno seguente, però, Natalia comincia a ricevere strani biglietti, che la riempiono di dubbi. Non riesce a spiegarsi questo comportamento di Raúl: nulla durante il loro primo incontro le aveva lasciato presagire di non potersi fidare di lui. Finché l’uomo le propone un incontro al quale poi non si presenta. Al suo posto c’è uno sconosciuto, che le rivela che Raúl è fuori città. Natalia non riesce a credergli: capisce che l’incontro di quella sera forse non è stato casuale; capisce che qualcosa le viene nascosto. Ma non può immaginare che quel qualcosa sia il centro di un fitto intrico di inganni e di bugie. E Natalia si scopre suo malgrado pedina di una partita che può vincere solo trovando dentro di sé tutta la forza di cui è capace.

«Pensi davvero che ogni incontro sia casuale? Non credere a nessuno. Non è oro tutto quello che luccica»